Storia Degli Asana E Dello Yoga Nella Modernità

Partiamo assieme per un viaggio storico tra passato e presente alla ricerca del significato di yoga moderno

Storia Degli Asana E Dello Yoga Nella Modernità
INDICE

Una delle credenze molto diffuse sul mondo dello yoga è che questa disciplina sia molto antica. Considerando che in India, il paese dove è nata questa pratica, esiste un detto che dice che lo yoga è nato in contemporanea alla stessa civiltà, pensare che l’origine della disciplina sia vecchissima non è affatto sbagliato.

Se avere informazioni certe sulla nascita delle prime forme di yoga in India può risultare un po’ complesso, tra leggende tramandate a voce, testi scritti migliaia di anni fa in lingue che non esistono più e lontananza geografica; meno difficile risulterà invece documentarsi e avere notizie certe sulla diffusione dello yoga ai giorni nostri in occidente.

In questo articolo, infatti, ti daremo tutte le informazioni che cerchi facendo un tuffo nel passato; scopriremo quando è nato lo yoga tra mito e leggenda, capiremo il significato che aveva la parola asana in origine e come lo stesso si è evoluto fino ai giorni nostri. Inoltre, illustreremo quali sono i principali stili di yoga considerati moderni.

Allacciate le cinture, che il viaggio nella storia dello yoga abbia inizio!

Origini antichissime

Come dicevamo, le prime informazioni relative allo yoga risalgono a tantissimi anni fa.

Ci sono varie teorie relative alla vera nascita della disciplina: alcune sono di tipo mitico e leggendario, altre fanno riferimento a rappresentazioni grafiche e testi che possono essere considerati la prima fonte certa in grado di dare autenticità alle informazioni.

I più romantici, appassionati di racconti romanzati, possono trovare una risposta nel mito legato a Shiva, una delle divinità più venerate della religione induista.

La leggenda narra infatti che un giorno Shiva, che conosceva tutti i segreti dello yoga, decise di raccontarli alla sua consorte Parvati. Il luogo della rivelazione si trovava vicino a un torrente dove un pesciolino un po’ curioso origliò tutta la conversazione e nuotando in fiumi, laghi e mari insegnò a tutti cosa fosse lo yoga.

Questa storia, anche se molto affascinante, e in grado di creare le basi del legame molto solido tra uomo, animali e natura nel mondo dello yoga, rimane pur sempre una leggenda a cui ispirarsi ma non trova fondamenti attraverso documenti scritti.

Le prime fonti ufficiali invece, risalgono a circa 5000 anni fa dove su tavolette, monete e sigilli apparvero le prime raffigurazioni riconducibili alla pratica della disciplina. Per avere dei testi scritti veri e propri, le cui traduzioni sono arrivate fino ai giorni nostri, sarà però necessario aspettare ancora un po’ di tempo.

I testi sacri dello yoga scritti da Patanjali

Il saggio e filosofo Patanjali, attraverso gli Yoga Sutra fu il primo autore che decise di parlare di yoga in modo approfondito attraverso una visione spirituale e filosofica della disciplina.

I suoi testi, arrivati fino ai giorni nostri grazie a tantissime traduzioni e reinterpretazioni, sono paragonabili a un vero e proprio libro sacro in grado di offrire benessere, serenità e crescita personale a tutti coloro che decidono di leggerli.

Gli Yoga Sutra

Gli Yoga Sutra sono divisi in quattro parti:

  • Samādhi Pāda: in questa parte viene illustrato come raggiungere il benessere psicologico attraverso la consapevolezza delle cose
  • Sādhana Pāda: è la sezione relativa allo “yoga degli otto stadi
  • Vibhūti Pāda: sono i testi relativi ai poteri cosiddetti sovraumani che si possono raggiungere attraverso la pratica
  • Kaivalya Pāda: rappresentano la parte conclusiva degli Yoga Sutra e sono degli scritti in cui si fa riferimento alla separazione tra anima e corpo

La lettura di questi testi può risultare di primo acchito non molto facile; gli scritti infatti sono stati realizzati tantissimo tempo fa e la loro impostazione filosofica possono renderli un po’ macchinosi e poco chiari ai lettori meno esperti.

Esistono però diversi libri e manuali in grado di aiutare il lettore nella interpretazione degli scritti di Patanjali, il nostro consiglio è quello di leggerli per potere avere una visione chiara e semplificata del pensiero del filosofo e saggio indiano.

Una palestra per lo spirito

Quanto scritto da Patanjali nei suoi testi rispecchiava quello che era il pensiero di tutti coloro che in passato in India hanno praticato per migliaia di anni lo Yoga.

La disciplina doveva essere una palestra per lo spirito in cui gli esercizi consistevano in:

  • Respirazione profonda e controllata
  • Meditazione
  • Riflessione sul proprio essere interiore
  • Autocritica e continuo miglioramento spirituale

Questi aspetti sono molto importanti anche ai nostri giorni e siamo sicuri che anche voi, durante le vostre lezioni svolte in palestra o comodamente a casa vostra, date molto spazio alla componente spirituale e psicologica della pratica.

E gli asana?

Ciò che però balza subito all’occhio è che le posizioni plastiche e gli sforzi fisici sembrano essere del tutto assenti. In effetti inizialmente era così, praticare yoga significava esercitare esclusivamente la mente e il cervello.

Non esistevano quindi gli asana come li concepiamo noi oggi, e sono anche pochissime le testimonianze scritte in cui viene utilizzata la parola, che comunamente associamo alle posizioni da tenere durante una sessione di yoga.

Tra i pochi documenti storici che fanno riferimento al termine asana con una concezione di posa corporea legata alla pratica yoga, ci sono quelli contenuti nel Bhagvad-gita, un poema sanscrito la cui traduzione vuole dire “Canto del beato”.

In questo testo poetico, la parola asana viene utilizzata al posto del verbo sedersi. Se ci pensate molte posizioni di yoga moderno prevedono una fase in cui è necessario sedersi e alcune di esse possono essere svolte completamente stando seduti sul tappetino.

Viaggio da oriente a occidente

Viaggio da oriente a occidente

Per iniziare a sentire parlare di asana con l’accezione moderna, e cioè una serie di posizioni in cui lo sforzo fisico e l’equilibrio sono fondamentali, dobbiamo indagare su quei divulgatori della pratica yoga che dal lontano oriente decisero di diffondere i segreti della pratica in tutto l’occidente.

Quando questi arrivarono in Europa e negli Stati Uniti ben presto si resero conto che le esigenze degli uomini e delle donne occidentali erano diverse da quelle di coloro che praticavano la disciplina nel lontano oriente.

Gli europei e gli americani, infatti, avevano necessità diverse e il loro desiderio era quello di unire agli esercizi di tipo spirituale e meditativo, degli sforzi fisici che potessero portare un beneficio al loro corpo.

L’adattamento alle esigenze dell’ovest

Alcuni dei saggi, maestri e filosofi che portarono lo yoga in occidente non furono in grado di soddisfare le richieste degli allievi europei e americani ma altri, tra cui Narendranath Dutta meglio conosciuto come Swami Vivekananda capirono che per fare in modo che lo yoga si affermasse a livello mondiale, questo doveva adattarsi al contesto in cui veniva proposto.

Durante le numerose conferenze che Swami Vivekananda tenne negli Stati Uniti, utilizzando un inglese perfetto, cercò di fare capire ai tanti curiosi che attraverso un approccio spirituale e meditativo si potevano raggiungere benefici fisici a cui gli americani erano già abituati grazie ai classici esercizi di fitness.

Il suo pubblico che inizialmente si dimostrò scettico e comunque restio all’idea di associare la meditazione all’esecuzione di posizioni che prevedessero sforzo fisico, ben presto fu costretto a ricredersi.

Le dimostrazioni pratiche di Swami Vicekananda e di altri saggi dello yoga, infatti, che spopolavano nei primi anni del 1900 in Europa e negli Stati Uniti, effettivamente portavano agli effetti desiderati.

Fu questo quindi uno dei fattori principali che hanno permesso allo yoga di diventare moderno e al termine asana di assumere la connotazione che intendiamo oggi.

I viaggi in occidente del saggio Swami Vicekananda furono molto utili oltre che alla diffusione massiccia dello yoga in Europa e Stati Uniti, anche a lui stesso. Prima di raggiungere i territori occidentali, infatti, Vicekananda era un fermo sostenitore dello yoga spirituale privo di posizioni fisiche.

Egli, infatti, essendo membro di una casta molto elevata non voleva imitare ciò che facevano gli uomini delle caste più basse già propensi all’esercizio fisico legato alla disciplina.

Una volta raggiunto l’occidente, dove il sistema sociale delle caste era inesistente, fu costretto a ricredersi sposando di fatto il connubio meditazione-pratica fisica.

È il contesto a fare la differenza

La storia del saggio Swami Vicekananda, che attraverso i suoi viaggi e i suoi discorsi è riuscito a diffondere lo yoga in occidente, è solo una delle tante; furono infatti moltissimi i colleghi di Vicekananda che attraverso spirito di sacrifico e tanta passione portarono in occidente la disciplina.

La diffusione sempre più frequente dello yoga in Europa e America portò inevitabilmente alla nascita di varianti in grado di adattarsi al contesto in cui si svilupparono.

I diversi tipi di yoga, infatti, nacquero in risposta alle varie esigenze di tutti coloro che iniziarono a praticare la disciplina nei più svariati posti del mondo.

Tipi di yoga che si sono diffusi nel secolo precedente

Attualmente esistono diversi stili di yoga che possono essere definiti moderni e cioè nati dall’incontro tra la tradizione indiana e i contesti occidentali in cui si sono sviluppati e diffusi, tra questi:

Hatha yoga

Questo stile, praticato oggi in ogni angolo del mondo e presente nei programmi di ogni scuola yoga, può essere considerato il più vecchio tra le varianti moderne.

Basato sugli insegnamenti di Swami Svatmarama, autore del libro Hatha Yoga Pradipka, è uno stile di yoga dolce in cui gli asana sono di facile esecuzione e vengono alternati a momenti di pausa, respirazione controllata e meditazione.

È sicuramente il tipo di yoga più adatto ai semplici curiosi che si vogliono avvicinare alla disciplina e a coloro che non vogliono rinunciare alla componente fitness della pratica ma che strizzano l’occhio ad aspetti spirituali e di crescita interiore.

Vinyasa yoga

In questa pratica, i movimenti sono molto intensi, ripetuti e sincronizzati con il respiro. Tutte le sequenze di asana sono studiate e progettate in modo creativo e sono in grado di rispondere ed adattarsi in tempo reale alle esigenze degli yogin che stanno praticando.

Questo stile è molto adatto a tutti coloro che sono alla ricerca di un’attività dinamica in grado di ricordare, per via dell’intensità, gli esercizi cardio che vengono svolti in palestra.

I benefici dello yoga Vinyasa sono infatti legati ad un rafforzamento del cuore e un miglioramento della circolazione sanguigna.

Iyengar yoga

Nato negli anni Settanta per la volontà di B.K.S. Iyengar, questo stile ha lo scopo di migliorare l’equilibrio e la stabilità fisica di tutti coloro che lo praticano.

Per raggiungere questi obiettivi, possono essere usati degli accessori in grado di aiutare le persone che ne eseguono le posizioni.

A differenza dello yoga Vinyasa, i ritmi sono più blandi, lo scopo infatti è quello di raggiungere la perfezione nell’esecuzione di pochi asana che si concentrano principalmente sulla capacità di rimanere in equilibrio anche per lunghi periodi di tempo.

Sivananda yoga

Stile di yoga dolce per eccellenza, è adatto a tutti coloro che sono alla ricerca di una pratica soft che non preveda troppi sforzi fisici.

I movimenti sono lenti e intervallati da tantissime pause.

Questa pratica si pone il nobile obiettivo di rendere coloro che lo praticano persone migliori, serene e capaci di sorridere al prossimo per vivere in una società altruista e pacifica.

Conclusione

Le origini dello yoga sono antichissime. Le prime informazioni che si hanno su questa disciplina sono state tramandate oralmente dagli individui che praticavano in India.

Miti e leggende, ma anche iscrizioni e raffigurazioni sono le prime testimonianze che ci raccontano di una disciplina in cui la componente spirituale e meditativa era molto presente e in cui gli asana erano quasi inesistenti.

Solo attraverso i viaggi di saggi e maestri di yoga indiani dall’oriente all’occidente, il termine asana, inteso come posa fisica da mantenere durante la pratica dello yoga, ha preso piede. I primi divulgatori della disciplina, infatti, decisero di riadattare i fondamenti dello yoga in base al contesto e alle esigenze di chi praticava in occidente.

Europei e americani, infatti, avevano la necessità di svolgere esercizi che unissero lo sforzo fisico alla componente meditativa e spirituale dando di fatto vita allo yoga moderno.

Per rispondere alle sempre più svariate richieste dei nuovi allievi occidentali, lo yoga moderno ha saputo rinnovarsi in vari stili adatti a tutti.

E tu, eri a conoscenza delle origini antichissime dello yoga? Sei più una persona da mito e leggende o ti piace affidarti alle fonti scritte? Ti è capitato di praticare una delle varianti di yoga descritte in questo articolo? Quale ritieni sia più adatta alle tue esigenze e al tuo stile di vita?

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